sabato 1 novembre 2025

Studio Psicochirologico sull’Annidamento Il viaggio della Mano nel Grembo Materno Dott. Enrico Pallocca Psicochirologo

 
















Studio Psicochirologico sull’Annidamento

Ogni volta che una mano si apre davanti a me, sento che si apre anche un grembo. La lettura della mano non inizia con la linea della vita, ma con il suo principio invisibile: l’annidamento. Lì, tra la carne e il mistero, la psiche prende forma nel corpo e il corpo si fa voce dell’anima.

La mano è il primo organo che cerca, tocca, comunica. Si forma nel silenzio dell’acqua materna, dove ogni vibrazione diventa una scrittura. Le sue linee sono vene di memoria: raccontano la luce e l’ombra del legame originario, la risonanza tra il cuore della madre e quello del figlio.

In questo studio ho voluto unire la scienza dell’embriologia con la conoscenza simbolica della Psicochirologia. Le tavole che seguono mostrano il viaggio del feto, ma anche quello dello spirito, che si forma, si annida e si riconosce in una forma umana. Ogni nervo, ogni arteria, ogni piccolo gesto embrionale porta con sé un segno di coscienza. È da lì che nascono le linee che leggeremo poi sulla mano dell’adulto.

Quando leggo una mano, la leggo da quel punto. Dal grembo. Dal primo contatto con la madre. Da quella impronta che nessuna vita cancella.

Dott. Enrico Pallocca

Psicochirologo

Questo studio illustrato nasce dall’incontro tra embriologia, psicologia e chirologia. Il Dott. Enrico Pallocca ci accompagna nel viaggio delle origini, dove la mano si forma come eco del grembo materno e della memoria affettiva primordiale. Ogni immagine rappresenta un momento di annidamento, di comunicazione tra madre e feto, di nascita della coscienza incarnata nel gesto.

L’annidamento non è soltanto un evento biologico, ma un archetipo spirituale. Ogni linea della mano nasce da un impulso embrionale e da una memoria affettiva. Leggere la mano significa allora riconnettersi a quel primo gesto di amore che ci ha plasmati. In ciascun palmo si conserva l’impronta del grembo, la firma invisibile della madre.

Il Viaggio della Mano nel Grembo Materno

Studio psicochirologico sull’annidamento e l’origine del segno

Quando inizio la lettura della mano, non guardo solo una forma, una linea o un monte: vedo un viaggio.

Vedo l’essere che mi sta davanti tornare simbolicamente nel grembo della madre, dove tutto ha avuto inizio.

Le prime tracce che porto a osservare nella mano non sono sue, ma della madre. Esse sono le onde primordiali dell’impronta che la vita ha lasciato quando ancora era immerso nel liquido amniotico, nel ritmo del cuore materno e nelle vibrazioni della sua pelle.

Annidamento psichico e prime scritture

Ogni mano umana porta in sé il ricordo dell’“annidamento psichico”, quella misteriosa unione tra il corpo embrionale e la psiche materna di cui parlano Peluffo, Manfredi, Imbasciati e Jakel.

Il feto, sin dalle prime settimane, non solo cresce nel corpo della madre, ma si scrive nella sua memoria biologica e affettiva. Le sue cellule nervose, il suo cuore e le sue mani si formano mentre risuonano degli ormoni, delle emozioni e dei sogni di colei che lo porta.

È in questo spazio invisibile che si costituisce il primo “apparato psichico embrionale”, un dispositivo che ancora non pensa, ma sente, vibra, registra.

Quando il pollice si abbozza, attorno alla quarta settimana, la mano si apre come un germoglio. È già il segno di una tensione verso l’altro, una risposta tattile all’ambiente uterino.

La mano non nasce per afferrare, ma per comunicare. E quella prima comunicazione è con la madre: la mano è il primo organo del dialogo.

Le tracce della madre nella mano del figlio

Nel corso dello sviluppo embrionale, la formazione delle mani segue un ritmo che rispecchia le trasformazioni affettive della madre.

Ogni variazione ormonale, ogni stato di serenità o di angoscia, ogni pulsazione del cuore materno lascia una vibrazione che si iscrive nella morfologia fetale.

La pelle, i solchi e le linee che si disegneranno dopo nel palmo non sono solo il prodotto di geni e biologia, ma anche la calligrafia inconscia della relazione prenatale.

Così, quando leggo la mano, leggo la madre.

La Linea della Vita, nella sua nascita presso il pollice, parla del primo abbraccio uterino.

La Linea della Testa segue la direzione delle prime percezioni sensoriali, quando il cervello embrionale si forma in simbiosi con le onde affettive materne.

La Linea del Cuore nasce come eco del sangue condiviso, dei battiti sincronizzati tra due esseri che respirano l’uno dentro l’altro.

Il corpo come memoria prenatale

Le mie tavole anatomiche mostrano come, tra la quarta e la decima settimana, il feto formi contemporaneamente il cervello, la mano e il sistema nervoso autonomo.

È il tempo in cui la psiche si annida nella carne.

Il sistema nervoso si intreccia con quello della madre attraverso il cordone ombelicale e i flussi neuroendocrini; ciò che la madre sente, pensa e teme passa come corrente sottile nel sistema del feto.

Ogni paura, ogni desiderio, ogni amore lascia una forma.

Quelle forme diventeranno solchi, e quei solchi saranno le linee della mano.

La mano come utero spirituale

Quando una persona mi porge la mano, io la vedo come un piccolo utero aperto.

Le linee sono i canali venosi dell’anima, i ricordi di quando il corpo si formava sospeso tra acqua e luce.

La mano custodisce l’origine della memoria, la sua prima scrittura biologica, che non è di parole ma di vibrazioni.

Nel leggere la mano, io torno sempre all’embrione.

Mi immagino l’essere che ho davanti nel grembo della madre, immerso nel respiro del suo corpo, accolto o rifiutato, amato o temuto.

Da lì inizia la lettura.

Ogni segno della mano è un’eco dell’annidamento originario: l’impronta materna che ha aperto la via alla sua identità.

Conclusione

L’essere umano non nasce due volte, ma continua a nascere in ogni sguardo, in ogni respiro, in ogni incontro che riattiva il suo legame primordiale.

La lettura della mano, in questa prospettiva, è un ritorno all’origine: un modo per riconoscere nel palmo non solo la storia individuale, ma la traccia del primo gesto d’amore, quello che la madre ha scritto nel figlio ancor prima che il mondo lo vedesse.


Studio Psicochirologico sull’Annidamento Dott. Enrico Pallocca Psicochirologia Leggimi la amno


Studio Psicochirologico sull’Annidamento                                   
Questo studio rappresenta la fusione tra embriologia, psicologia e chirologia. Nella lettura della mano, il Dott. Enrico Pallocca risale all’origine della vita, immaginando l’essere umano nel grembo materno. Ogni linea della mano è il riflesso delle prime tracce materne impresse nella carne e nello spirito. La Psicochirologia dell’annidamento indaga il legame invisibile tra madre e feto, dove la mano si forma come organo di percezione e di memoria affettiva. L’annidamento psichico, come descritto da Peluffo e Imbasciati, è la prima comunicazione dell’anima con il corpo. Nella visione psicochirologica, la mano non è solo un organo motorio, ma il primo strumento di relazione tra il feto e la madre. Le linee che si formeranno nel palmo sono la trascrizione delle onde affettive che la madre invia al figlio durante la gestazione. Quando inizio la lettura della mano, torno sempre all’annidamento: rivedo il feto immerso nel liquido amniotico, ascolto il suo silenzioso dialogo con il cuore materno. Lì nasce la Linea della Vita, che segue la curvatura dell’abbraccio uterino, e la Linea del Cuore, eco dei battiti condivisi. Le Linee del Destino e della Testa affiorano invece come percorsi di autonomia e memoria, radicate nei primi impulsi nervosi che scorrono tra cervello embrionale e sistema vagale. Il viaggio psicochirologico nell’annidamento è un ritorno alla radice spirituale dell’esistenza. Nella mano leggiamo non solo la storia individuale, ma l’origine stessa dell’essere, impressa nella carne dal respiro e dal battito della madre. Così la mano diventa un utero simbolico, un tempio della memoria dove si incontrano il corpo e l’anima, la scienza e la grazia.


















 

Il Viaggio della Mano nel Grembo Materno Studio psicochirologico sull’annidamento e l’origine del segno


 


Il Viaggio della Mano nel Grembo Materno                                                                                                                                               Studio psicochirologico sull’annidamento e l’origine del segno                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           Quando inizio la lettura della mano, non guardo solo una forma, una linea o un monte: vedo un viaggio. Vedo l’essere che mi sta davanti tornare simbolicamente nel grembo della madre, dove tutto ha avuto inizio. Le prime tracce che porto a osservare nella mano non sono sue, ma della madre. Esse sono le onde primordiali dell’impronta che la vita ha lasciato quando ancora era immerso nel liquido amniotico, nel ritmo del cuore materno e nelle vibrazioni della sua pelle. Annidamento psichico e prime scritture Ogni mano umana porta in sé il ricordo dell’“annidamento psichico”, quella misteriosa unione tra il corpo embrionale e la psiche materna di cui parlano Peluffo, Manfredi, Imbasciati e Jakel. Il feto, sin dalle prime settimane, non solo cresce nel corpo della madre, ma si scrive nella sua memoria biologica e affettiva. Le sue cellule nervose, il suo cuore e le sue mani si formano mentre risuonano degli ormoni, delle emozioni e dei sogni di colei che lo porta. È in questo spazio invisibile che si costituisce il primo “apparato psichico embrionale”, un dispositivo che ancora non pensa, ma sente, vibra, registra. Quando il pollice si abbozza, attorno alla quarta settimana, la mano si apre come un germoglio. È già il segno di una tensione verso l’altro, una risposta tattile all’ambiente uterino. La mano non nasce per afferrare, ma per comunicare. E quella prima comunicazione è con la madre: la mano è il primo organo del dialogo. Le tracce della madre nella mano del figlio Nel corso dello sviluppo embrionale, la formazione delle mani segue un ritmo che rispecchia le trasformazioni affettive della madre. Ogni variazione ormonale, ogni stato di serenità o di angoscia, ogni pulsazione del cuore materno lascia una vibrazione che si iscrive nella morfologia fetale. La pelle, i solchi e le linee che si disegneranno dopo nel palmo non sono solo il prodotto di geni e biologia, ma anche la calligrafia inconscia della relazione prenatale. Così, quando leggo la mano, leggo la madre. La Linea della Vita, nella sua nascita presso il pollice, parla del primo abbraccio uterino. La Linea della Testa segue la direzione delle prime percezioni sensoriali, quando il cervello embrionale si forma in simbiosi con le onde affettive materne. La Linea del Cuore nasce come eco del sangue condiviso, dei battiti sincronizzati tra due esseri che respirano l’uno dentro l’altro. Il corpo come memoria prenatale Le mie tavole anatomiche mostrano come, tra la quarta e la decima settimana, il feto formi contemporaneamente il cervello, la mano e il sistema nervoso autonomo. È il tempo in cui la psiche si annida nella carne. Il sistema nervoso si intreccia con quello della madre attraverso il cordone ombelicale e i flussi neuroendocrini; ciò che la madre sente, pensa e teme passa come corrente sottile nel sistema del feto. Ogni paura, ogni desiderio, ogni amore lascia una forma. Quelle forme diventeranno solchi, e quei solchi saranno le linee della mano. La mano come utero spirituale Quando una persona mi porge la mano, io la vedo come un piccolo utero aperto. Le linee sono i canali venosi dell’anima, i ricordi di quando il corpo si formava sospeso tra acqua e luce. La mano custodisce l’origine della memoria, la sua prima scrittura biologica, che non è di parole ma di vibrazioni. Nel leggere la mano, io torno sempre all’embrione. Mi immagino l’essere che ho davanti nel grembo della madre, immerso nel respiro del suo corpo, accolto o rifiutato, amato o temuto. Da lì inizia la lettura. Ogni segno della mano è un’eco dell’annidamento originario: l’impronta materna che ha aperto la via alla sua identità. Conclusione L’essere umano non nasce due volte, ma continua a nascere in ogni sguardo, in ogni respiro, in ogni incontro che riattiva il suo legame primordiale. La lettura della mano, in questa prospettiva, è un ritorno all’origine: un modo per riconoscere nel palmo non solo la storia individuale, ma la traccia del primo gesto d’amore, quello che la madre ha scritto nel figlio ancor prima che il mondo lo vedesse. 

lunedì 27 ottobre 2025

Le Memorie della Pelle e della Mano Dott. Enrico Pallocca – Psicochirologo

 


Le Memorie della Pelle e della Mano Dott. Enrico Pallocca – Psicochirologo                                     Quando leggo una mano, non sto leggendo il passato: sto leggendo il futuro che la specie ha scritto nella carne per non ripetere il dolore. Ogni linea, ogni ruga, ogni cicatrice è un segnale prospettico — una memoria di prevenzione, non di nostalgia. Le cellule della pelle cambiano in pochi giorni, eppure le cicatrici restano. Le cellule del palmo si rinnovano, eppure le linee si ridisegnano nello stesso punto. Perché? Perché la pelle, come la memoria, non trattiene il tempo ma la direzione. La pelle come primo archivio del Sé Fin dalla nascita, la pelle è il primo confine dell’Io. È il nostro primo cervello esterno, la prima frontiera tra il dentro e il fuori. Con la madre condividiamo una pelle comune, un involucro relazionale che Winnicott, Bick e Anzieu hanno descritto come oggetto contenitore, Io-pelle, seconda pelle. In essa si depositano le prime informazioni di contatto, calore, voce, ritmo cardiaco. Ogni carezza materna imprime una traccia. Quelle tracce non sono ricordi del passato: sono codici di orientamento, mappe di sicurezza che il corpo conserva per sapere, nel futuro, come riconoscere ciò che nutre e ciò che ferisce. Dalla ruga alla linea: la pelle che pensa Nella Psicochirologia, le linee della mano sono le rughe più antiche della specie. Sono la scrittura dell’Io-pelle che si è fatta struttura, che ha imparato a parlare attraverso la forma. Le rughe del volto, come le linee del palmo, non dovrebbero esistere se la pelle fosse solo tessuto biologico: eppure ci sono, perché la pelle è tessuto di memoria. Ogni linea della mano è una cicatrice del tempo evolutivo; ogni incrocio di linee è un punto in cui una memoria filogenetica, epigenetica e personale si intrecciano. Memorie prospettiche e dolore. Le nuove scienze della memoria ci dicono che le memorie non sono funzioni del passato, ma sistemi di anticipazione. Il dolore che non dimentichiamo non è una punizione, ma un avviso. Come una madre che ricorda al figlio di non toccare più il fuoco, la nostra pelle conserva le bruciature della specie per proteggerci. Così la Linea della Vita, del Cuore o del Destino diventano mappe prospettiche, segnaletiche di futuro. Non raccontano ciò che è stato, ma ciò che il corpo ha imparato per evitare che accada di nuovo. Le cicatrici ereditarie. Nella lettura della mano, vedo spesso segni che non appartengono solo all’individuo ma alla storia dei suoi antenati. Certe linee spezzate, certe macchie o pieghe sembrano provenire da una genealogia cellulare che parla attraverso di noi. Sono memorie epigenetiche: ferite tramandate come avvertimenti d’amore. La madre, la nonna, la bisnonna consegnano alla figlia — nella pelle e nel DNA — i segnali di ciò che ha fatto male, affinché la discendenza non cada nello stesso rischio. Nel palmo destro, soprattutto, queste memorie si manifestano come segni di custodia: non cicatrici di punizione, ma di apprendimento. Il linguaggio delle linee come linguaggio di cura Ogni linea è un’antica frase di sopravvivenza scritta nella lingua della pelle. Il psicochirologo non interpreta le linee come un destino inesorabile, ma come una grammatica di memorie che cercano liberazione. Quando una persona mostra la sua mano, essa espone la propria storia di contatto e di distacco, le memorie dei rischi attraversati, i dolori non rimossi ma ancora attivi come antenne del futuro. Il compito della lettura è riconoscere, restituire significato, trasformare la memoria del dolore in coscienza di vita. La mano come pelle spirituale. Se la pelle è l’Io-pelle e la mano è la sua parte più visibile e sensibile, allora la mano è la pelle dell’anima. È attraverso di essa che tocchiamo, curiamo, benediciamo, ricordiamo. Le mani parlano il linguaggio della specie: la mano del bambino che si aggrappa, la mano dell’amante che accarezza, la mano del vecchio che conserva le rughe come preghiere. Ogni linea è una ruga spirituale, una vibrazione della memoria che si apre al futuro. Conclusione Le memorie, dunque, non sono archivi di ciò che abbiamo vissuto, ma programmazioni di specie per ciò che dobbiamo ancora attraversare. Le cicatrici, le rughe, le linee — come le onde sul palmo — sono mappe di protezione e di coscienza. Quando leggo una mano, leggo la continuità tra biologia e spirito, tra epigenetica e destino. La pelle parla, la mano traduce, la memoria custodisce. E il dolore, se accolto, si fa maestro di futuro.

sabato 25 ottobre 2025

Fai un viaggio nella tua mano. La storia di Surya – la luce che costruisce il proprio destino Psicochirologo Dott. Enrico Pallocca


    FAI UN VIAGGIO NELLA TUA MANO                                                                                                  Fai un viaggio nella tua mano. La storia di Surya – la luce che costruisce il proprio destino Nella mano destra di Surya, la luce del suo nome risplende come un segno inciso dal Sole. È la mano ancestrale, quella che custodisce la memoria delle donne della sua stirpe – la madre, la nonna, la bisnonna – e mostra il cammino già tracciato dal Monte della Luna fino alla Linea del Cuore, sotto il dito medio di Saturno, dove il destino si congiunge alla maturità del sentimento. Da qui si comprende che Surya non è solo un nome, ma una vocazione: portare luce dove c’è ombra, creare calore dove la vita appare fredda, dare forma alla materia con amore e intelligenza. La mano sinistra, invece, è il campo aperto del futuro. In essa tutto è ancora da costruire: è la mano dell’anima che crea, dell’artista che plasma, della donna che, con coraggio e intuito, forgia il proprio destino. La sua energia leonina le dona forza e determinazione, mentre l’ascendente Scorpione la spinge a cercare la verità nelle profondità, trasformando ogni ferita in rinascita. Surya ama viaggiare, esplorare, conoscere. Ogni luogo che visita diventa una parte di sé, un riflesso della sua curiosità vitale e della sua sete di libertà. Ha un talento naturale per la manualità e una sensibilità raffinata per i materiali: la pelle, che lavora con cura e arte nel suo negozio, diventa per lei una seconda pelle dell’anima, un modo per trasmettere energia, calore e bellezza. Le sue borse raccontano storie, come le linee della mano raccontano destini. ■ Lettura psicochirologica Leone con Ascendente Scorpione: la luce del Sole incontra la profondità dell’acqua. Una personalità magnetica, intensa, capace di grande passione e di altrettanta introspezione. Surya tende ad attrarre ciò che cerca e a risplendere anche nei momenti di crisi, perché la sua energia vitale nasce proprio dalla trasformazione. Monte della Luna ben sviluppato: immaginazione viva, empatia, e una naturale connessione con gli altri. Linea del Cuore chiara e armoniosa: bisogno sincero di amare e di essere amata, sensibilità affettiva che può diventare guida spirituale. Linea della Testa diretta e continua: lucidità, concentrazione e volontà artistica che unisce logica e intuizione. Linea della Vita ampia e fluida: segno di vitalità e longevità, di chi impara sempre dai propri viaggi interiori. ■ Buon augurio per il futuro Cara Surya, la tua mano racconta una storia luminosa: una forza creativa che nasce dall’amore e si trasforma in arte. L’amore che cerchi non è lontano — ti attende quando accoglierai pienamente la tua stessa luce, quando la tua mano sinistra sarà unita alla destra in un gesto di riconciliazione tra ciò che sei stata e ciò che diventerai. Nel lavoro, la tua creatività continuerà a crescere: ogni borsa che crei è un talismano di energia solare, un messaggio del cuore attraverso la materia. Segui il Sole dentro di te, Surya — perché la tua luce, se guidata dall’amore, illumina anche chi ti cammina accanto. 

martedì 21 ottobre 2025

I Mitocondri: la Madre nella Mano Psicochirologia e Linea Materna Dott.Enrico Pallocca Psicochirologo



 I Mitocondri: la Madre nella Mano Psicochirologia e Linea Materna                                                         Dentro la nostra mano destra è scritta la storia di tutte le donne che ci hanno preceduto. È lì, tra le linee e la forma, che la memoria mitocondriale si manifesta come impronta energetica e spirituale. Ogni cellula del nostro corpo contiene i mitocondri, minuscole centrali di energia che possiedono un DNA esclusivamente materno. Non si mescola, non si cancella, non si altera: passa di madre in figlia, di donna in donna, come un filo invisibile che attraversa i millenni. Quando leggo la mano destra, io vedo questo filo. Vedo il riflesso della nonna, della bisnonna e della prima Eva mitocondriale che, più di 200.000 anni fa, ha acceso nel grembo della Terra il primo respiro umano. La mano destra conserva la direzione di questa eredità: è la mano della madre, quella che contiene il disegno originario, la matrice energetica della vita. La mano sinistra, invece, è il cammino che noi compiamo dentro quella traccia: è la nostra scelta, la libertà di proseguire, correggere o riscattare ciò che abbiamo ricevuto. In psicochirologia i mitocondri non sono solo organelli biologici: sono punti di luce che mantengono viva la connessione tra il corpo e l’anima ancestrale. Quando la loro energia si indebolisce, anche le nostre mani lo mostrano: il colorito pallido, la mancanza di calore, la perdita di tono o di vitalità nel palmo sono segni di una stanchezza mitocondriale — una disconnessione dalla linea materna, dalla “madre dentro di noi”. La lettura della mano diventa allora un atto di riconciliazione: ritrovare nel corpo la madre primordiale, quella che ci ha donato il respiro, il calore, la luce dell’ATP, la scintilla vitale che anima ogni gesto. Ogni volta che osservo un palmo, riconosco che la mano è un tempio mitocondriale. La destra custodisce la genealogia energetica del femminile: le madri, le nonne, le bisnonne — le cellule che hanno generato le nostre cellule. La sinistra testimonia l’esperienza personale, la nostra capacità di trasformare quell’energia in coscienza, amore, guarigione. Quando mediti, posa lo sguardo sulla tua mano destra. Immagina che in ogni cellula ci siano milioni di piccole madri luminose. Ogni pulsazione è un messaggio delle tue antenate: “Tu non sei solo, tu sei la continuazione di un canto antico.” Senti il calore salire dal palmo, come una corrente sottile. È l’energia mitocondriale che ti ricorda la tua origine. Ringrazia la Madre, la Vita, la Linea che continua. La psicochirologia ci insegna che leggere la mano non significa soltanto osservare linee, ma ascoltare la genealogia della luce. I mitocondri, custodi della nostra energia e della nostra madre interiore, scrivono nelle nostre mani la storia dell’Amore che ci ha generati. E ogni volta che un palmo si apre, è come se la Madre dicesse ancora una volta: “Sii luce del mio respiro.”

giovedì 25 settembre 2025

Psicochirologia ed Epigenetica Dott. Enrico Pallocca


                              La forza nascosta che guida Amore, Salute e Lavoro

Dio, Anima, Amore: la scrittura primordiale

Nella mano destra è incisa la nostra impronta ancestrale, la prima scrittura di Dio nel grembo materno. Qui si manifesta la forza epigenetica che, fin dal concepimento, plasma le cellule e dà origine alle tre energie fondamentali: Dio, forza creatrice e sapienza che sorregge la vita; Anima, scintilla immortale che attraversa le generazioni; Amore, principio sessuale e relazionale che unisce e rinnova.

Epigenetica: la scienza che conferma il mistero

La ricerca scientifica oggi ci mostra che i geni non sono un destino immutabile. È l’epigenetica ‒ l’insieme dei meccanismi che accendono o spengono i geni ‒ a determinare salute, longevità e predisposizioni. Cibo, emozioni, ambiente, relazioni e persino le parole che pronunciamo modulano la nostra biologia. Proprio come il bruco diventa farfalla con lo stesso DNA, anche noi possiamo trasformarci, riprogrammando la nostra età biologica e la qualità della vita.

La mano: specchio epigenetico dell’anima

La Psicochirologia legge i segni che la vita ha tracciato nelle mani: la Linea della Vita rivela come abbiamo custodito la nostra energia; la Linea del Cuore racconta le ferite e le possibilità di amare; la Linea della Testa mostra la plasticità del pensiero e la resilienza.

Ogni segno è il riflesso di esperienze che hanno lasciato impronte epigenetiche nelle cellule. Le mani diventano così una mappa vivente, dove si incontrano biologia e spirito.

Amore, Salute, Lavoro: tre chiavi di rinascita

Nella mia esperienza di psicochirologo, vedo ogni giorno come la lettura della mano offra strumenti concreti per affrontare i problemi di amore, salute e lavoro. La consapevolezza epigenetica unita alla lettura simbolica della mano permette di trasformare ciò che sembrava destino in possibilità di cambiamento.

 Conclusioni:La forza che ci rende liberi

La Psicochirologia ed Epigenetica insieme ci insegnano che nulla è definitivo: possiamo rinascere, guarire, amare di nuovo. La mano destra, la mano ancestrale, ci ricorda che la forza di Dio, dell’Anima e dell’Amore non si cancella, ma attende solo di essere riconosciuta e risvegliata.